Monte Vulture: il vulcano spento

Il Vulture fu un vulcano ardente, tremendo. Ha trenta miglia di circonferenza; è lungi trenta miglia dalla più vicina sponda dell’Adriatico. Ha per confini al sud il fiume di Atella, all’est quel di Rapolla, all’ovest e al nord l’Ofanto. Chiude nel suo recinto Melfi, Rionero, Rapolla, Barile, Atella e molti villaggi.

(Cesare Malpica, La Basilicata: impressioni)

Il monte Vulture sorge a nord di Potenza, il capoluogo di regione e  svetta con i suoi 1.326 m di altitudine a nord, nord-est rispetto ai monti Santa Croce, Pierno, Caruso e Costa Squadra dai quali è separata dalla Fiumara di Atella, affluente del fiume Ofanto.

Trattasi di vulcano isolato ed esterno rispetto ai coevi complessi vulcanici tirrenici.

Nonostante non sia più in attività (cessata circa 130.000 anni fa, seguita da lunghi periodi di quiescenza), dei fenomeni vulcanici secondari si sono comunque ravvisati in epoca contemporanea, fino al 1820.

I suoi versanti sono totalmente ricoperti da una fitta e rigogliosa vegetazione dovuta a un terreno naturalmente fertile, il quale si sviluppa dalle rocce vulcaniche.

Quasi come fossero dipinti, a circa metà altezza e circondati da una flora lussureggiante, i due laghi di Monticchio, tipicamente vulcanici che si rinvengono nel cratere principale.

Pregiatissimi i boschi di castagno, da cui si coglie il Marroncino di Melfi D.O.P.

Nella zona si estendono oltre 1500 ettari di vitigno rosso Aglianico da cui si lavora uno dei migliori vini rossi d’Italia, dando spazio a circa quaranta aziende che producono circa due milioni e mezzo di bottiglie l’anno.

Alle pendici del Vulture sorgono sia numerosi stabilimenti per l’imbottigliamento dell’acqua minerale che numerosi centri abitati, tra cui:

 

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